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Primo contagio da Coronavirus in Calabria, i medici rassicurano: l’ospedale di Cetraro è sicuro

Cresce la paura. L'incubo del contagio investe, inevitabilmente, tutta la fascia dell'Alto Tirreno cosentino. A Cetraro la tensione è altissima in attesa di conoscere l'esito del test-tampone eseguito sulla moglie del pensionato risultato positivo all'infezione.

A Praia a Mare, una coppia che viaggiava sul bus sul quale l’uomo ha viaggiato da Piacenza fino a Rende, si è posta in regime di autoquarantena in attesa delle verifiche sanitarie. Il 69enne, che appare tuttora assolutamente asintomatico, è chiuso nella sua casa di contrada Fratica anche se deve comunque raggiungere l'ospedale cetrarese per sottoporsi alla dialisi. Con la collaborazione della collega Clelia Rovale abbiamo sentito il nefrologo Roberto Pititto, uno dei medici che stanno seguendo l’uomo durante la dialisi. Il medico fa chiarezza su quello che succederà nei prossimi giorni.

«Nel nostro ospedale e in particolare nel nostro reparto - spiega lo specialista - nei confronti del paziente procederemo per come ha disposto il dipartimento regionale alla Salute; pertanto, continueremo a osservare il protocollo previsto, praticandogli regolarmente la dialisi domani, giovedì e sabato, come da protocollo, appunto. Naturalmente, il paziente continuerà a essere accompagnato nella nostra struttura con una ambulanza attrezzata, sempre prelevato dalla sua abitazione da operatori muniti di tutti i necessari presidi – tute da biocontenimento, cappuccio, cuffia, calzari, occhiali, mascherina a norma con filtro aria e doppi guanti. Tutto monouso e smaltito nei rifiuti speciali dopo ogni trattamento dialitico – accedendo da un percorso protetto alla stanza riservata. Martedì sarà assistito dal dottor Sapio, mentre nei due giorni successivi interverrò nuovamente io. Certo, come forse dovrebbe capire qualcuno, non fare la dialisi a quest’uomo equivarrebbe a un omicidio volontario. Per quanto riguarda i giorni successivi alla prevista fine del trattamento nella nostra struttura, ribadisco ancora una volta che aspettiamo ulteriori disposizioni dal dipartimento regionale. Voglio però mettere in evidenza che, senza dubbio, il posto in cui questa persona e chi gli sta intorno sono più protetti è proprio il reparto di dialisi di Cetraro. E non mi preoccupano le 4 ore di dialisi a cui si sottopone, bensì quelle restanti nelle quali è fuori da qui. Quindi, l’ospedale, se mai ci fosse bisogno di ribadirlo, non è e non sarà una fonte di contagio».

Il direttore sanitario dei presidi di Paola e Cetraro, Vincenzo Cesareo, ha da parte sua pubblicamente spiegato di aver subito informato sia l'Asp che la Prefettura della presenza del pensionato proveniente dal Lodigiano a Cetraro, richiedendo a più riprese l'esecuzione del tampone. Nulla, insomma, è stato sottovalutato a livello territoriale.

Il sindaco di Cetraro, Angelo Aita, ha invitato i cittadini a «sconfiggere la paura con la dovuta conoscenza, responsabilità e consapevolezza del problema. È fondamentale rispettare e mettere in atto quanto previsto dai decreti ministeriali che affidano la gestione di questa emergenza sanitaria alla unità di crisi regionale costituitasi a cui noi sindaci dobbiamo assolutamente attenerci. Allo stato attuale le indicazioni pervenute riguardano interventi di isolamento domiciliare fiduciario con sorveglianza attiva per 14 giorni, oltre che per il paziente risultato positivo ma attualmente asintomatico, anche per tutti coloro i quali sono entrati in contatto con lui e che sono già stati individuati. Eventuali altre azioni da mettere in atto saranno immediatamente comunicate».  Aita ha pure ringraziato il governatore Jole Santelli per «la vicinanza alla città e il suo impegno per uscire da questa emergenza».

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