Passeggiavano nei pressi della stazione ferroviaria di Pizzo, incuranti delle attuali disposizioni di legge e, per di più, con 60 grammi di marijuana.
Due giovani sui 30 anni, un uomo e una donna, sono stati denunciati per questa ragione dai Carabinieri della Stazione napitina, durante lo svolgimento di mirati servizi di controllo del territorio finalizzati al rispetto delle disposizioni governative in materia di lotta al contagio del Coronavirus.
I militari dell’Arma hanno individuato la coppia di amici, nei pressi della strada che conduce alla locale stazione ferroviaria. Da prassi, hanno proceduto pertanto ad effettuare un controllo, dal momento che la loro presenza in quel luogo non appariva facilmente giustificabile. E in quel frangente, non è sfuggito loro un anomalo rigonfiamento nella zona lombo sacrale della donna. Immediata la perquisizione personale, la quale dava istantaneo esito positivo.
All’interno dei pantaloni infatti, la donna, teneva occultata una busta sottovuoto con gr. 60 di marijuana.
Lei ed il suo compagno di passeggio sono stati pertanto denunciati per violazione dell’art. 650 codice penale, ovvero inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità (in questo caso del Dpcm 8 marzo 2020 e succ. modifiche) e detenzione di sostanze stupefacenti.
Proseguono, dunque, i controlli mirati del territorio da parte dei Carabinieri di Vibo Valentia, coordinati dal Prefetto, allo scopo di prevenire ed eventualmente sanzionare condotte illegali, ma soprattutto nel tentativo di sensibilizzare e responsabilizzare tutte le comunità del vibonese, in un clima di collaborazione e solidarietà per il momento di emergenza.
Seduti sulle panchine delle piazze, qualcuno con tanto di cane al guinzaglio. Qualcuno denunciato anche per dichiarazioni mendaci, altri alla guida di auto con tre o quattro passeggeri a bordo e a spasso per i centri abitati senza alcuna giustificazione plausibile. Di tutto di più, pur di non rimanere chiusi in casa come espressamente raccomandato per prevenire l’emergenza in Calabria. È quanto hanno scoperto i Carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia negli ultimi giorni, in seguito ad una nuova "stretta" del Decreto “Io Resto a Casa” varato dal Governo per prevenire la diffusione del Coronavirus. In provincia di Vibo Valentia il piano è coordinato dal Prefetto.
Quattro cittadini di Capistrano appartenenti a diversi nuclei familiari si erano recati in una cascina di campagna per una tipica cena casareccia sfociata per futili motivi in una rissa con tanto di ferito. Sul posto sono quindi intervenuti i Carabinieri della Stazione di Monterosso che hanno provveduto a deferire i quattro soggetti, per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità.
Il controllo del territorio dei Carabinieri è capillare così come costante è l’attività di tutte le forze dell’ordine sparse in provincia di Vibo Valentia e impegnate in prima linea contro la diffusione dell’epidemia. Non un’attività prettamente sanzionatoria o repressiva ma di prevenzione al servizio dell’intera popolazione e tesa a responsabilizzare i comportamenti scriteriati di ogni cittadino un momento così drammatico della vita quotidiana.
Un trentaduenne di Filogaso, M.M. è stato deferito dai Carabinieri della Stazione di Maierato, per aver violato le disposizioni governative (nella fattispecie il Dpcm dei giorni 8, 9 e 11 marzo scorsi) di contrasto alla pandemia da Covid-19 attualmente in corso. Il giovane, al momento del controllo, non è stato in grado di fornire un motivo valido relativo alla sua presenza in strada, adducendo ragioni futili e tentando di dileguarsi nelle vie limitrofe e di sfuggire al controllo dell’Arma, probabilmente perché consapevole dell’infrazione commessa.
Bloccato dai Carabinieri, il 32enne ha dichiarato di essersi allontanato dalla propria abitazione per recarsi presso quella della fidanzata, a prendere dei dolci fatti in casa. Nonostante i militari tentassero di spiegargli che non fosse possibile in virtù delle recenti limitazioni, egli ha insistito sul fatto che la sua abitazione si trovasse vicino a quella verso cui era diretto. Fatti non veri in quanto la distanza reale era di circa 1 km.
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