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Il medico Giampiero Avruscio, da Torre Alta a primario del policlinico universitario di Padova

Giampiero Avruscio

L'infanzia e l'adolescenza nel quartiere Torre Alta, gli studi al liceo scientifico Fermi di via Molinella, la nonna, i vecchi amici, i compagni con cui ancora condivide la chat di un gruppo Whatsapp. Giampiero Avruscio dal 2014 è il primo primario calabrese e cosentino a guidare l'Unità operativa complessa di Angiologia dell'Azienda ospedaliera-universitaria di Padova. Con la mente ripercorre i ricordi del passato.

Ricordi dolci che, per un attimo, alleviano quei dolorosi strascichi di paura che, come tutti i medici e gli operatori sanitari in trincea duranti i mesi dell'emergenza, si porta appresso. «È stato difficile. Non dimenticherò mai gli sguardi dei pazienti e dei miei colleghi sopra le mascherine e nemmeno quelle bare che da Bergamo sono arrivate nel nostro cimitero», dice, dopo le rimembranze cosentine, il primario, classe 1956, pure professore universitario a contratto e coordinatore del dipartimento funzionale di Diagnostica Clinica nella stessa azienda sanitaria di Padova.

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