Un silenzio durato 34 anni. Rotto da Gianfranco Ruà, personaggio storico della 'ndrangheta dell'Alta Calabria, per ammettere le proprie responsabilità in ordine a un duplice omicidio compiuto nel lontano 1986.
Un'ammissione di colpa compiuta davanti alla Corte di assise di appello di Catanzaro (presidente Cosentino) che riscrive la storia della uccisione di Marcello Gigliotti, azionista senza scrupoli della criminalità cosentina e aspirante terrorista neofascista e del suo più fedele amico, Francesco Lenti, orrendamente decapitato con un'ascia dopo un drammatico interrogatorio.
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