Il virus ha cambiato dentro e fuori i tratti somatici del Cosentino. Un territorio che sta riscoprendo sentimenti assoluti e odiosi come l'isolamento sociale e la separazione dai propri affetti. Atteggiamenti che rischiano di diventare comuni come la paura d'incontrare la belva.
Qualcuno se la cava senza sintomi (e, attualmente, in tutta la provincia ce ne sono 522), altri lamentano sintomi lievi o, comunque, gestibili a domicilio (sono in tutto 107). Il problema è rappresentato da quei 35 finiti in corsia. Tutti a Cosenza, all'“Annunziata”. In 32 si trovano nel reparto di Malattie Infettive con posti ormai esauriti e medici al lavoro per estendere la degenza a Rogliano, come era stato già fatto a marzo. In terapia intensiva, invece, ci sono tre pazienti da un paio di giorni che occupano la metà della disponibilità. Pochi letti, pochi medici. Riflettori sulla gestione dell'emergenza, un problema secondo il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto: «La situazione più preoccupante purtroppo rimane quella del nostro ospedale che cura tutti gli ammalati della provincia ma non ha neanche implementato i posti letto nel reparto di malattie infettive».
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