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"Morti per mancanza del piano Covid", inchiesta a Cosenza: nuovo reparto all'Annunziata

Aperto un nuovo reparto all'Annunziata di Cosenza per accogliere almeno 20 dei circa 50 pazienti stipati in pronto soccorso in attesa di essere ospedalizzati. In arrivo tra stasera e domattina altri 7 medici in supporto a quelli duramente impegnati in emergenza.

Domattina, intanto, potrebbe già essere effettuato un sopralluogo con personale dell'esercito e il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, per allestire un grande ospedale da campo in cui opereranno medici militari.

Il procuratore capo della città dei bruzi, Mario Spagnuolo, sta esaminando le carte acquisite dai carabinieri nella sede dell'Asp e dell'Azienda ospedaliera. Il magistrato vuol capire perché non è stato attivato il Piano Covid, che fine abbiano fatto i soldi stanziati e di chi siano le responsabilità.

L'inadeguata assistenza e la mancanza di sostegno sanitario potrebbero essere la causa di numerose morti di donne e uomini colpiti dal virus nelle ultime quattro settimane nel Cosentino.

Intanto all'Annunziata si registrano altri tre morti oggi. Due pazienti di 90 e 75 anni provenienti il primo da una casa per anziani di Spezzano Piccolo e l'altro da una struttura di Mormanno e poi una terza persona. Il numero dei decessi nel Cosentino è salito a 64.

"Ho deciso di investire le maggiori risorse di polizia giudiziaria di cui disponiamo per capire quello che sta succedendo": il procuratore capo di Cosenza, Mario Spagnuolo, non usa mezzi termini. "Si è determinata una situazione gravissima, ci sono decine di morti e dobbiamo valutare, esaminando gli atti che abbiamo acquisito all'Asp e nell'Azienda ospedaliera, cosa non abbia funzionato e di chi siano le responsabilità". I soldi stanziati per il Piano covid non sarebbero stati utlizzati e la stessa adozione del Piano avrebbe consentito una adeguata e più sicura assistenza ai pazienti sintomatici ed a quelli costretti all'isolamento domiciliare che vivono abbandonati nelle loro abitazioni. Il magistrato lascia intendere di aver apprezzato l'impegno ed il sacrificio dei medici e degli infermieri impegnati in prima linea ma sottolinea che gli inquirenti stanno puntando le loro attenzione sulla macchina organizzativa complessiva. Le ipotesi di reato al vaglio dei pubblici ministeri sarebbero quelle riguardanti condotte omissive e, ancor più grave, l'epidemia alla quale sarebbero collegati i conseguenti decessi avvenuti.

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