Una messa per ricordare la vestizione della Serva di Dio, Suor Semplice Maria Berardi, la “monaca di casa” che, nel secolo scorso, col sorriso e le braccia della carità sempre aperte ha saputo regalare amore e speranza a tanta gente afflitta. Il profumo della santità è vivo nella memoria dei castrovillaresi. Maria Domenica Berardi, a ventinove anni, rifiutò l’amore d’un capitano dell’esercito per legarsi totalmente a Gesù, nella chiesa della Trinità. Suor Semplice scelse di appartenere alle Figlie di Santa Chiara d’Assisi indossando l’abito nero per manifestare la sua devozione alla Vergine Addolorata. Un gesto che è stato ricordato nella Parrocchiale della Trinità, a Castrovillari, con una celebrazione animata dal gruppo canoro degli “Aura” che ha cantato una canzone dedicata proprio a “Zi Monaca”, come viene affettuosamente ricordata dai fedeli. Suor Semplice era una clarissa straordinaria nella sua semplicità e dolcezza. Pregava e lavorava tutto il giorno nella sua casetta di via Roma, divenuta meta di pellegrinaggi quotidiani. La monaca di casa si sottoponeva a dure mortificazioni corporali nello sgabuzzino che chiamava “martirio”. E a quelli che la seguivano ripeteva: «Figli miei, quanto costa il Paradiso!». Ben presto divenne un riferimento per alti prelati e nobili del tempo che da lei si recavano. Sapeva sempre cosa dire e in tanti si convertivano al Vangelo. Il processo di canonizzazione a livello diocesano è stato ufficialmente chiuso un anno fa. Gli atti raccolti durante l’istruttoria dal postulatore don Massimo Romano sono in corso di valutazione in Vaticano dalla Congregazione per le cause dei Santi.