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Cosenza, il virus attacca nuovamente i migranti

Dopo Amantea, Rende, Mendicino, Fuscaldo e Dipignano un focolaio è attivo nel Cas di Castiglione Cosentino: 16 i positivi (asintomatici)

Militari davanti al Cas di Amantea

Il virus non ha pietà. S’insinua e fa danni soprattutto nei tessuti più deboli e vulnerabili. Attacca anziani e giovani. Negli ultimi mesi focolai si sono registrati tra le popolazioni di vari centri del territorio cosentino. Alcuni diventati zona rossa, altri graziati dopo che gli screening hanno cominciato a dare esiti rassicuranti. Il Covid è entrato nelle Rsa, mietendo vittime. E anche nei Centri di accoglienza straordinaria per migranti, i Cas. Nella seconda ondata della pandemia da Covid-19 i casi di Amantea dove si registrarono una settantina di casi positivi (molti asintomatici) tra un gruppo di migranti di nazionalità africana ospiti del Cas nepetino ricavato in un ex hotel e nelle altre strutture adibite a Centri di accoglienza. In quel caso vi fu anche la vibrata protesta della gente del posto con momenti di tensione fino al trasferimento in altra struttura dei contagiati. Momenti di tensione placati da forze dell’ordine ed Esercito costretti a presidiare il Centro di accoglienza dove risiedevano i migranti contagiati. Altro Centro preso di mira dal virus fu quello di contrada Santo Stefano di Rende. Poi a Fuscaldo e un caso subito isolato fu rilevato pure allo Sprar di Mendicino. Altri dieci positivi al Cas di Dipignano. A Rende scattò uno screening a tappeto con l’esecuzione di 37 tamponi e l’isolamento di dipendenti e ospiti. Un operatore e quindici migranti (due furono ricoverati a Malattie infettive dell’Annunziata) risultarono positivi dopo i controlli a tappetto eseguiti per ricostruire i contatti avuti dagli stranieri affetti dal Covid.
L’ultimo campanello d’allarme suona a Castiglione Cosentino. I casi accertati nel Centro di accoglienza straordinaria sono sedici.

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