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Cosenza, il virus non corre più ma uccide ancora

Dal primo dicembre si contano 31 decessi con un tasso di letalità altissimo, prossimo al 4% (esattamente è del 3,97%). Uno scenario che si è aggravato proprio in questi primi giorni dell’ultimo mese dell’anno.

L’arcobaleno alle spalle dell’ospedale militare di Vaglio Lise a Cosenza

La curva flette, ormai, da quattro giorni anche nel Cosentino. Il contagio plana progressivamente anche se ieri c’è stato l’aumento del 61% dei casi censiti 24 ore prima con 59 nuovi positivi (mercoledì erano stati 36). Una variazione fisiologica, probabilmente, legata alla ripresa dell’attività di testing dopo il Ponte dell’Immacolata. Una statistica incoraggiante danneggiata dalle notizie tristissime che giungono dai luoghi di degenza. Ieri a referto sono finite altre quattro vittime. Dal primo dicembre si contano 31 decessi con un tasso di letalità altissimo, prossimo al 4% (esattamente è del 3,97%). Uno scenario che si è aggravato proprio in questi primi giorni dell’ultimo mese dell’anno. Del resto, però, il Cosentino aveva già evidenziato valori nettamente superiori alla media regionale. In particolare, gli ultimi trenta giorni gli ultimi 30 giorni si erano conclusi con un tasso del 2,83% (pari a quello segnato da Sicilia e Piemonte, tanto per capirci) mentre quello calabrese si è attestato a 2,1 sotto la media nazionale che è stata di 2,6%. Dall’inizio della pandemia, invece, il tasso di letalità nazionale è stato del 3,5%, quello della Calabria si è fermato a 1,9% mentre il Cosentino ha fatto segnare, almeno finora, un 2,5%.

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