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Cosenza, le ansie dei malati di Covid costretti al ricovero: «Aiutati a reagire»

Il senso d’isolamento, la paura di non farcela e la preoccupazione per la salute dei familiari

Il peso psicologico del Covid, la sensazione di non farcela, il distacco improvviso dai luoghi abituali e dagli affetti più cari. Il tenente colonnello Massimiliano Mascitelli: 49 anni, si occupa degli effetti provocati dal coronavirus. E lo fa nell’ospedale militare da campo installato nell’area di Vagliolise, a Cosenza. La struttura ha già preso in cura numerosi pazienti, quattro dei quali per fortuna dimessi. Attualmente ospita 10 contagiati. Mascitelli è in servizio dal 1991 ed ha alle spalle tante missioni svolte all’estero, nei teatri di guerra come l’Iraq, l’Afghanistan, il Libano, il Kosovo e altrettanto significative esperienze maturate in Italia in zone colpite da gravi calamità naturali.

Qual è la tipologia dei pazienti colpiti da Covid in questa seconda ondata di pandemia?

Il Covid colpisce oggi indistiintamente: il profilo dei pazienti nella prima ondata era in gran parte collegabile a persone in età avanzata, oppure affette da altre patologie mentre, adesso, vediamo tra i contagiati persone giovani, donne e uomini sani. I report clinici ci dicono che l’età media si è abbassata di molto e gli anziani rappresentano solo una parte dei contagiati.

Leggi l'intervista completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria

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