La prosa del nuovo anno si unge subito dello stesso male che aveva già segnato la rotta dell’umanità nel tristissimo 2020. Un libro che comincia tra la disperazione per tre vittime in 24 ore a Cosenza, tre persone che non ci sono più a causa del virus dopo aver inutilmente lottato in ospedale. Dall’inizio dell’epidemia ci sono stati 206 morti. Uomini, non numeri. Volti, vite improvvisamente spente, trame tragiche e non elementi statistici dentro una curva inquieta che si muove senza una logica. Nel Cosentino, l’Iss ha censito 36 decessi per coronavirus sui 3.145 registrati, tra gennaio e maggio, su una base di popolazione residente pari al 92,4%.
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