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Terme Luigiane, sindaci di Guardia e Acquappesa spiazzati e... preoccupati

La trasformazione della concessione da temporanea a perpetua ha creato più di qualche grattacapo

Foto Fraanco Arena

«L’iniziativa di attivare il procedimento di trasformazione della concessione termale, stimolata nel 2015 dal consigliere regionale Carlo Guccione fu tutt’altro che soddisfacente per le amministrazioni comunali». Così i i sindaci di Guardia Piemontese e Acquappesa, Vincenzo Rocchetti e Francesco Tripicchio.
I comuni si trovano, infatti, dopo anni di discussione ed interlocuzione con la Regione Calabria, una concessione temporanea di 30 anni che decorre dal 2006 e scade nel 2036, al posto di una concessione di natura perpetua, rilasciata in termini di legge e, purtroppo, modificata in maniera del tutto anomala ed arbitraria. «Tale trasformazione non era contemplata affatto nella normativa di settore e non era nemmeno del tutto “dovuta” e ha bloccato i Comuni per diversi anni. La stessa è stata avviata proprio in concomitanza alla prossimità della scadenza del contratto tra i Comuni e la società Sateca spa, che nel contempo aveva presentato istanza di rinnovazione della concessione a proprio nome direttamente alla Regione Calabria, in palese violazione di ogni norma».

Il ricorso

Il ricorso presentato dai Comuni in relazione al decreto di concessione temporanea spiegano i due sindaci: «è stato un tentativo, seppur tardivo, di cercare il ripristino delle condizioni di perpetuità della concessione quello presentato dalla Società è stato invece, l'ennesimo tentativo di togliere ai comuni e alle comunità di Acquappesa e Guardia il diritto alla stessa». Le Terme Luigiane sono un patrimonio da valorizzare per permetterne il migliore sfruttamento da parte di tutti: «i sindaci - prosegue la nota - si stanno impegnando per regolarizzare giuridicamente gli atti, adeguando le condizioni di gestione ai tempi e soprattutto, facendo sì che la risorsa termale possa essere sfruttata in un contesto di libera concorrenza e non di monopolio con solo una società. Il compendio termale non è pensabile che nel 2021 si presenti al mondo nello stato di degrado ed abbandono in cui si trova, aprendo le attività terapeutiche e di benessere solo 4-5 mesi all'anno».
In conclusione la Sateca che negli anni si è resa proprietaria di strutture proprie ubicate all'esterno del compendio termale di proprietà dei Comuni, alla luce della disponibilità di continuità delle attività proposta dai comuni «potrebbe tranquillamente continuare ad offrire i servizi termali e non soltanto pretendere il regime di monopolio che sussiste da oltre 80 anni».

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