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Finisce l'epopea di Giuseppe Cirillo: i suoi terreni ospiteranno il cimitero di Cassano

L'epopea del "monarca" della Sibaritide che faceva tremare una parte della Calabria settentrionale finisce sotterrata per sempre dietro le cappelle di un camposanto

Giuseppe Cirillo

Giuseppe Cirillo, incontrastato "monarca" mafioso della Sibaritide negli anni 80 del secolo scorso, mai avrebbe immaginato che i suoi terreni sarebbero stati trasformati in un cimitero.

Don Peppino negli anni ruggenti della sua leadership criminale comandava le 'ndrine di Cassano, Corigliano, Rossano, Altomonte, Castrovillari, Cariati, Francavilla, Trebisacce esercitando un potere assoluto. Il boss di origine salernitana era amico personale del padrino di Reggio, Paolo De Stefano e del capobastone dagli occhi di ghiaccio di Cosenza, Franco Pino.

Il cognato, Mario Mirabile, era invece capo della Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo a Salerno. Cirillo flirtava con il potere politico e condizionava il mondo imprenditoriale. La sua potenza l'aveva spinto a impossessarsi di terreni e fabbricati, pagati a prezzi irrisori, che poi la magistratura ha sequestrato e confiscato. Il boss, morto in udienza una decina di anni fa, scelse nel 1995 di collaborare con la giustizia, dopo essere stato spodestato dal "trono" e tradito  da amici e sottoposti.

Adesso i suoi terreni posti in agro di Sibari e inglobati nel patrimonio municipale sembrano destinati ad ospitare il nuovo cimitero comunale: l'ha deciso il sindaco di Cassano, Gianni Papasso, forte dell'appoggio della maggioranza di centrosinistra che governa il comune ionico. L'epopea del padrino che faceva tremare una parte della Calabria settentrionale finisce sotterrata per sempre dietro le cappelle di un camposanto.

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