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Cosenza, gente nei negozi e nei bar. Alla riconquista della città

I ristoratori: «Vogliamo solo riprendere a lavorare; è stato un periodo difficile, ma la più grande gioia è ricevere le telefonate dei clienti che vogliono prenotare».

La riconquista delle città è cominciata di primo mattino con gente in strada, nei bar, nei negozi e tanta voglia di riprendersi la vita. «Finalmente abbiamo riaperto. Come noi sono contenti i clienti, che da questa mattina possono prendere un caffè come hanno sempre fatto». Mirko, barista di Cosenza, saluta il ritorno in zona gialla che per gli addetti alle attività della ristorazione e delle somministrazioni significa, soprattutto, ritorno al lavoro. Non è però un liberi tutti. Restano le raccomandazioni, i divieti, il coprifuoco notturno, le chiusure serali (alle 18 funziona solo il delivery). Ma ai ristoratori basta per ricominciare. «Vogliamo solo riprendere a lavorare – ha detto Elvira, titolare di un’enoteca nel centro cittadino – è stato un periodo difficile, ma la più grande gioia è ricevere le telefonate dei clienti che vogliono prenotare».

Solitudine

In questi mesi di grande sofferenza sono mancati gli aiuti di Stato. Promesse non mantenute. «Il bonus è arrivato regolarmente – ha spiegato Felice, ristoratore – ma non copre le spese, utenze e tasse che sono molto più elevate del contributo. Quello che spiace è la mancata erogazione della cassa integrazione per i nostri dipendenti. Noi non vogliamo mandare a casa i nostri collaboratori, ma ci devono mettere nelle condizioni di poter lavorare». Senza contare i costi di gestione divenuti insostenibili a causa di una impossibile gestione delle materie prime. In mezzo alle porte girevoli di aperture e chiusure disposte dai vari Dpcm, il banco è saltato. «La maggiore difficoltà – ha chiarito Carmine, titolare di un ristorante a Rende – è stata nella gestire l’approvvigionamento delle materie prime, che in molti casi abbiamo dovuto buttare perché si sono deteriorate».

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