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Cosenza, soldi e personale per scongiurare la morte della Biblioteca Civica

La struttura è ancora chiusa. Gli incontri e gli accordi a livello istituzionale sono serviti a poco

La biblioteca civica di Cosenza

Soldi per pagare i debiti e personale per potere garantire i servizi agli utenti. È questo quello che serve alla Biblioteca civica. Chiusa da settimane. Un po’ per le norme anti-Covid, ma anche soprattutto perché l’organico già precario si era ulteriormente ridotto. Fino all’anno scorso erano quattro gli addetti, poi sono diventati tre e alla fine altri due sono rimasti a casa per motivi di salute.
«Con una sola persona non potevamo assumerci la responsabilità di fare funzionare una struttura così importante», spiega Antonio D’Elia, presidente dell’Accademia Cosentina e del Cda della Civica, «tra l’altro in questo momento la Biblioteca è priva pure di internet per cui si può capire bene che non è possibile gestire in queste condizioni la situazione».
Gli incontri (l’ultimo a Palazzo dei Bruzi promosso dalla Commissione Cultura, presenti anche il sottosegretario Orrico e il presidente della Provincia, Iacucci) a poco servono se poi alle promesse non seguono i fatti. I tentativi finora esperiti non hanno dato i frutti sperati. L’accordo recente con il Ministero riconosce il patrimonio storico, librario e culturale della Civica, e lo vincola. Quello con la Biblioteca Nazionale prevedeva lo spostamento di alcuni stagisti allo storico Istituto di piazza 15 Marzo. Poi il Covid ha bloccato tutto. Fatta eccezione per il completamento dei Corali. Iniziativa meritoria e necessaria, per carità.
E nel frattempo le cose sono andate mano peggiorando: i dipendenti aspettano ancora diverse mensilità del 2019 e del 2020, nei locali della Biblioteca non c’è una stampante, di internet s’è detto e poi ci sono pure certe stanze al buio.

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