La voragine finanziaria. L’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza dimostra quanto l’Asp cosentina risenta del peso di un enorme contenzioso. I bilanci sono stati per anni appesantiti da decreti ingiuntivi, lodi arbitrali, pignoramenti, risarcimenti. E non solo. Mentre, tuttavia, come dimostrano le indagini degli investigatori diretti dal colonnello Danilo Nastasi e dal tenente colonnello Michele Merulli, i documenti finanziari relativi agli anni 2015-2017 sono stati approvati adottando - a parere della Procura - degli artifizi, quello del 2018 è rimasto fermo al palo. Sette diversi commissari che si sono succeduti alla guida dell’Azienda si sono ben guardati dal “licenziarlo” apponendovi la loro firma. Lo “scomodissimo” documento finanziario, bloccato da due anni, racconta di oltre 62 milioni di disavanzo in gran parte riconducibili a debiti fuori bilancio ed a fatture non contabilizzate. Da due anni nessuno intende approvarlo. E sembra di capire che il procuratore Mario Spagnuolo e il pm Mariangela Farro lo stiano “studiando” per dar corpo alla seconda parte dell’inchiesta sul “Sistema Cosenza”.
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