I titoli e le esperienze erano solo un trascurabile orpello nell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Le assunzioni e soprattutto i passaggi interni nei posti di rilevo avevano logiche che esulavano dai curriculum e dalle competenze. La maniglia politica, quella ci voleva. Specie nelle unità operative dove i soldi dovevano scorrere a fiumi e talvolta pure straripare. Era un sistema. E la circostanza emerge dalle intercettazioni telefoniche della Procura.
Parlano, discutono tanto, al telefono gli esponenti del mondo politico e i vertici dell’Asp. Discettano di strategie in punta diritto per aggirare le leggi. Che anche quando non si possono aggirare si fa lo stesso. Si tira dritto, che mica «qua abbiamo l’anello al naso» avrà modo di dire in una conversazione telefonica con l’ex direttore generale dell’Asp Raffaele Mauro, Franco Pacenza (che non è indagato) ex consigliere regionale e consulente personale per le politiche sanitarie del Presidente della Regione, Mario Oliverio. È arrabbiato Pacenza. E minaccia Mauro di rappresaglie: «Mo la mettiamo a posto l’Asp di Cosenza, la mettiamo a posto come va messa». I due stavano discutendo della nomina a dirigente dell’Unità operativa protesica – posto strategico per il badget finanziario – di Maria Marano.
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