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Scalea, la Cgil: no alla chiusura del Poliambulatorio

«Un’offerta di servizi sanitari, quella dell’Ambulatorio fisiatrico di Scalea, che risulta, quindi, essenziale per i bisogni sanitari di quel territorio»

Il poliambulatorio di Scalea

«La necessità dei lavori di adeguamento strutturale e di messa in sicurezza  del Poliambulatorio di Scalea, non sia lo strumento utilizzato per chiudere e/o ridimensionare un importante servizio territoriale». Lo hanno affermato, in una nota, i sindacalisti Vincenzo Casciaro (Fp Cgil), Francesco Spingola (Spi Cgil) e Mimma Iannello (Camera del Lavoro di Scalea).

La Fp Cgil e  lo Spi Cgil  comprensoriali e la Camera del Lavoro di Scalea  chiedono «a gran voce che il Poliambulatorio di Scalea continui a svolgere la sua attività sul territorio: esso rappresenta uno dei pochi presidi di offerta sanitaria pubblica sull’Alto Tirreno Cosentino, e anche solo un suo depotenziamento creerebbe non pochi problemi alla collettività. Le famiglie più danneggiate risulterebbero essere quelle che al loro interno hanno  persone con disabilità e che, nel Poliambulatorio di Scalea, hanno finora trovato una equipe preparata e competente, che riesce a dare le giuste risposte ai soggetti bisognosi, spesso minori. Un’offerta di servizi sanitari, quella dell’Ambulatorio fisiatrico di Scalea, che risulta, quindi, essenziale per i bisogni sanitari di quel territorio. Allo stesso tempo, è necessario salvaguardare gli operatori sanitari che lavorano dentro la struttura, poiché rappresentano un patrimonio di professionalità, di esperienza e di dedizione ai bisogni della collettività assistita».

La Fp Cgil, lo Spi Cgil comprensoriali e la Camera del Lavoro di Scalea, pertanto, «nel farsi carico delle preoccupazioni espresse dai loro iscritti e dalla più diffusa cittadinanza del territorio,  chiederanno un incontro urgente  alla direttrice del distretto sanitario del Tirreno, Angela Riccetti, per sollecitare l’adozione della migliore soluzione, utile al mantenimento del Poliambulatorio di Scalea».

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