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Terme Luigiane, Sateca: i comuni non vogliono trattare. Riunione infruttuosa

L’azienda ha comunque espresso la volontà di prosieguo delle attività in attesa del nuovo subconcessionario, che dovrebbe essere individuato all’esito del bando che i Comuni devono porre in essere, con ormai enorme ritardo

I comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese non avrebbero intenzione di trattare sulla vertenza in atto per le Terme Luigiane. E per tale ragione, secondo Sateca, l'ultimo incontro in regione, alla presenza dell’assessore alle attività produttive della Regione Calabria Fausto Orsomarso, non è servito.
«L’azienda, pur privata nei giorni scorsi con un’azione illegittima e forzosa da parte dei comuni (già oggetto di denunce alla Procura della Repubblica) di alcuni beni mediante i quali eroga da quasi un secolo il servizio termale, ha espresso la volontà di prosieguo delle attività in attesa del nuovo subconcessionario, che dovrebbe essere individuato all’esito del bando che i Comuni devono porre in essere, con ormai enorme ritardo».
Per Sateca assumere l’onere di una stagione termale in pieno periodo pandemico, senza avere la prospettiva di una possibile continuità, «non è praticabile per nessuno che abbia la testa sulle spalle e non voglia precipitare in uno stato di dissesto. A ciò si aggiungono le già gravi difficoltà affrontate dalle aziende del settore lo scorso anno a causa del covid, con una riduzione per Sateca del 75% delle cure erogate». Inoltre, l’azienda si vedrebbe costretta a ripristinare in altri luoghi tutti i beni strumentali (accettazione, studi medici, amministrazione, direzione sanitaria etc.) di cui i Comuni «si sono forzatamente impossessati e che sono necessari per l’attività».
Tale disponibilità al prosieguo delle attività è stata anche affiancata all’ipotesi, avanzata dall’azienda, di riconsiderare la misura dell’erogazione dell’acqua termale stabilita dai regolamenti comunali recentemente approvati. Tale misura, stabilita per l’attuale gestore in percentuale pari al 12% della portata complessiva, è ritenuta da Sateca «assolutamente insufficiente a garantire l’approvvigionamento per lo stabilimento Thermae Novae ed il Parco Termale». Questa percentuale dovrebbe essere rivista per consentire la società di essere autonoma e di eliminare ogni conflitto rispetto a tutte le altre iniziative comunali. «Neanche questa possibilità è stata ritenuta dai Comuni meritevole di un approfondimento da parte dei tecnici o di autorevoli enti terzi come l’Unical». Infine ci si chiede: «che garanzie avrebbe l’azienda, vista l’abitudine di disconoscere gli accordi presi mostrata dai sindaci non riconoscendo la validità del protocollo firmato in Prefettura nel 2019 e ratificata dai rispettivi consigli comunali? Gli atti che i sindaci di Acquappesa e di Guardia Piemontese hanno ritenuto non modificabili neanche minimamente nel confronto e con le proposte avanzate da Sateca purtroppo non consentono di ipotizzare un futuro per le Terme Luigiane e il tentativo a cui stiamo assistendo in queste ultime ore, da parte dei sindaci, di screditare l’azienda sostenendo che durante l’incontro non si sia preoccupata della sorte dei lavoratori è manifestamente falso e infondato».

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