Il virus ci stringe come una insidia tenace. Da giorni si è risvegliato con sguardo minaccioso sempre sui nostri ospedali. Tutti pericolosamente affollati. Nell’ultima settimana (dal 14 marzo a ieri) in terapia intensiva sono state occupate 4 postazioni in più, in area medica i nuovi ingressi sono, addirittura 40 (una media di poco inferiore ai 6 ricoveri al giorno). E sempre nello stesso periodo sono finite a referto 914 diagnosi che hanno generato una incidenza cumulativa di 132,36 casi per 100mila abitanti. Naturalmente, le stimmate di questi ultimi sette giorni si ritrovano anche nella contabilità dei decessi: ben 17, con una media di quasi 3 vittime al giorno e un tasso di letalità del 2,1%. Uno scenario livido, ulteriormente annerito dal fumo di uno stato di sofferenza dei servizi assistenziali che è evidente nei numeri con 25 pazienti (5 in rianimazione e 20 in reparti covid) spostati nei due ospedali di Catanzaro. Nel Cosentino è stata superata la capacità di posti letto covid degli ospedali (nonostante le recenti cannibalizzazioni di altre due aree all’“Annunziata”), allerta che rende irrinunciabile l’applicazione delle misure di mitigazione più estreme per rallentare la diffusione del virus. Ieri sera, nel solito caos del Pronto soccorso c’erano 30 pazienti ordinari e 15 covid.
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