Il virus corre lungo quella faglia traballante di Calabria che si agita nel Cosentino in mezzo a un numero impressionante di nuove diagnosi (+175 nelle ultime 24 ore) e alla disperazione di chi ogni giorno piange per un familiare che non c’è più. Ieri, l’Asp ha aggiunto quattro nuove vittime alla narrazione tragica di una mattanza cominciata un anno fa. I quattro nuovi decessi alzano, inevitabilmente, la dolorosa contabilità che ha raggiunto il totale di 335 morti dall’inizio della pandemia, ben 19 negli ultimi sette giorni. Ma quello della letalità non è l’unico scenario di rischio che minaccia questa terra. Cresce in queste ore, purtroppo, anche l’occupazione ospedaliera con ben 45 ricoverati con sintomi in più (la media giornaliera è di poco inferiore ai 7 ingressi in ospedale) negli ultimi sette giorni. Aumentano, pure, le quarantene. In una settimana sono finiti a referto ben 834 nuovi asintomatici o paucisintomatici in isolamento domiciliare. Un paesaggio drammatico che continua a mutare all’infinito con la terra che si fa sempre più arida di una speranza scomposta dal timore che non sia ancora finita. L’Asp ha certificato nel suo quotidiano bollettino altri 9 ingressi nei reparti Covid che hanno portato il totale a quota 157 (27 pazienti si trovano ricoverati tra il “Mater Domini” e il “Pugliese Ciaccio” a Catanzaro). Nell’area critica, invece, i pazienti intubati sono 19 (7 dei quali nei reparti di terapia intensiva degli ospedali del capoluogo regionale). All’“Annunziata” in queste ore si rafforza il cordone sanitario provato dall’assedio di giornate difficili con ambulanze in coda al pronto soccorso. Ieri, nella prima linea dell’ospedale provinciale c’erano sei pazienti nell’area Covid e altri 30 in attesa nell’area “pulita”.
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