Progettavano di delegittimare il procuratore Pierpaolo Bruni. Oltre al risentimento nutrito nei confronti del magistrato, Franco Pinto e i suoi familiari avrebbero voluto “vendicarsi” del procuratore capo di Paola che, già una volta, lo aveva fatto condannare. Una vendetta meditata anche attraverso dei “piani” per delegittimarlo. Sono emblematiche alcune frasi, intercettate durante i colloqui in carcere, pronunciate più volte da Pinto e dai suoi parenti contro quel pm che tanti anni fa lo aveva fatto arrestare in un’inchiesta della Dda di Catanzaro.
Quando Pinto, il 30 gennaio del 2020, finisce nell’inchiesta “Tonno Rosso” della Procura di Paola, lui e i suoi congiunti danno sfogo a tutta la loro rabbia pianificando, inoltre, di infangare il procuratore. In che modo? Dalle intercettazioni emerge che uno dei familiari avrebbe voluto buttarsi sotto la macchina sulla quale viaggiava il magistrato. E non solo. Avrebbero anche detto che se avessero visto Bruni in Tribunale si sarebbero inventati reati commessi da lui ai loro danni.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia