Una contabilità strisciante, che entra nell’anima come una pugnalata. E dentro quei numeri c’è solo dolore. È il lamento di una terra martoriata dalla ferocia di un’epidemia che suscita un pianto collettivo. I primi cinque giorni di aprile sembrano formare una sola grande strada. La strada attraversata da un virus spietato come un killer, capace di uccidere 22 persone in 120 ore, praticamente una ogni 5 ore e mezza. È così che il virus nel Cosentino è diventato una cosa nuova, una cosa che ti schiaccia, che ti entra nell’anima come una pugnalata di realtà dolorosa. Anche ieri, con un nuovo ingresso in Rianimazione, è cresciuto il sovraccarico sui servizi assistenziali. Soffre l’“Annunziata” (che ha dovuto sigillare in una bolla sanitaria la Cardiologia dopo il contagio di un infermiere e di un paziente, con urgenze che saranno dirottate negli ospedali spoke) dove il personale sanitario è allo stremo. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza