Il virus percorre la distruzione nel Cosentino con passo violento. La sua polvere livida riempie gli ospedali piegati dalla sofferenza. Dentro c’è la morte quotidiana, il dolore per una carneficina che sembra quasi impossibile evitare. I servizi assistenziali non resistono all’assedio di giornate senza fine tra pazienti che arrivano e altri che si arrendono. Medici e infermieri non hanno più forze. Alcuni reparti dell’“Annunziata” sono ridotti a una piaga con personale sanitario contagiato. Negli ultimi giorni, nonostante lo schermo vaccinale, sono finiti nel bollettino dei positivi un medico dell’Utic di Cardiologia, un infermiere e un oss dell’ortopedia. Sono gli ultimi di una statistica che comincia a pesare sulla regolare gestione dei servizi sanitari. E non è detto che un minor numero di ricoveri possa significare in questo momento meno stress per medici e infermieri e oss. Altra giornata drammatica con 5 vittime in 24 ore che diventano 42 nei primi nove giorni di aprile. Senza contare 211 nuove diagnosi e un tasso di positività del 18,6% che testimonia la grande difficoltà di un’attività di testing&tracing che procede molto pigramente probabilmente anche a causa del mancato coinvolgimento dei laboratori privati cosentini nella lavorazione dei tamponi, facoltà concessa, invece, nel resto della regione.
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