Siamo tutti concentrati sull’allentamento delle misure di mitigazione che restituirà vitalità, forza, istinto, e tanto ottimismo. Dopo la zampata inattesa del venerdì, il virus arretra (116 nuove diagnosi), quasi spaventato dal clamore provocato. Cosenza vuole rimettersi in movimento, ricominciare a spostarsi. In auto, in treno, in aereo. Famiglie e amici si ritroveranno, le aziende, piccole e grandi, proveranno a ricominciare. Le corsie degli ospedali si stanno svuotando (saldo di -5 nelle ultime 24 ore), le terapie intensive scaricano i pazienti (-1) e si riducono le persone a domicilio (-200). I diagrammi disegnano profili finalmente tranquillizzanti sui volti di una umanità fiaccata da una discesa agli inferi lunga un anno e mezzo. Da domani si riparte. Quasi tutte le attività economiche, culturali e sportive ricominceranno nella speranza di non fermarsi più. Naturalmente, tutto dipende dalla interiorizzazione dei comportamenti, dal distanziamento fisico all’uso dei dispositivi di protezione. Ma la buona volontà dei cittadini, da sola, non potrà bastare. Serve uno sprint ulteriore nella profilassi.
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