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Donna morta a Cosenza, la figlia: "In terapia intensiva l’avrebbero salvata"

L'ospedale Annunziata di Cosenza

Il dolore incolmabile di una figlia che ha perso la mamma e ancora una morte in un letto dell’Annunziata. Ma questa volta la colpa non è del Covid. Forse del destino beffardo e meschino, anche se nella mente dei familiari oltre all’angoscia per la perdita subita aleggiano molti dubbi e la rabbia per il calvario vissuto. È accaduto i primi di maggio come racconta la figlia in uno sfogo sui Social. La giovane non si dà pace per la perdita dell’amata mamma e si chiede, anche, se forse avrebbe dovuto non portarla all’ospedale di Cosenza. La signora era arrivata in ospedale per sottoporsi a un intervento al fegato. Un intervento durato sei ore – spiega la figlia – ma che forse non si sarebbe dovuto fare. Tra le tante cose che i familiari non comprendono è perché subito dopo l’operazione la signora, che soffriva anche di alcune patologie, non sia stata portata in Terapia intensiva ma direttamente nella stanza. Però, dopo un’ora la situazione precipitò drammaticamente.

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