I numeri assumono connotati umani dentro le statistiche che narrano la storia di questa pandemia. Dentro ogni cifra c’è una persona, una donna, un uomo, un anziano, un bambino. Una storia, una testimonianza, un distintivo lasciato lungo un percorso più o meno grave. Anche ieri, nonostante la tradizionale frenata dei tamponi, sono finiti in contabilità 42 nuovi casi individuati attraverso la lavorazione di 447 test con un tasso di positività che resta elevato (9,4%). L’impressione è che il morbo non sia più una cosa viva come prima dentro diagrammi virtuosi che confermano il percorso diligente intrapreso. Nelle ultime 24 ore una boccata d’ossigeno per i servizi assistenziali. Complessivamente, si sono registrati saldi negativi sia in area medica (-11 pazienti) sia in terapia intensiva (-1). Una svolta importante dal punto di vista statistico perché, per la prima volta da quasi due mesi, il numero complessivo dei ricoverati cosentini scende sotto quota 200 (esattamente ieri erano in totale 197 i pazienti in cura nelle varie strutture sanitarie). Nella contabilità pesa, purtroppo, il numero dei morti. Anche ieri, il Cosentino ha pagato un tributo alto con tre vittime (due di Corigliano Rossano e uno a Rocca Imperiale). Il totale dei decessi di maggio sale a quota 30 (la media è di tre al giorno). Una mattanza senza fine.
Contagi Tra domenica e ieri, il virus è stato avvistato, soprattutto, nell’area urbana: a Rende (19 casi), Montalto (18) e Cosenza (16). Più indietro, Trebisacce con 14 positivi a referto.
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