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Cosenza, disturbi alimentari e psicologici, c’è la risposta della realtà sociale

Riflettori puntati anzitutto sui bambini e gli adolescenti che più di altri stanno soffrendo a causa dell’isolamento

Gli adolescenti al tempo della pandemia sono un problema nel problema. Non solo per la Didattica a distanza che, per quanto utile, ha rubato elementi insostituibili della loro età: la socialità, il rapporto coi compagni, la gioia d’uscire a giocare, incontrarsi, divertirsi. Lo sanno bene le famiglie, lo raccontano le statistiche, provano a rispondere le istituzioni e soprattutto le realtà del terzo settore. A Cosenza, a esempio, è in prima fila in questo ambito l’Associazione “Mattia Facciolla” creata per aiutare i bambini cardiopatici (e le loro famiglie), ma col tempo coinvolta anche in numerose altre attività. L’ultimo della serie è uno sportello multidisciplinare dedicato alle famiglie ancor prima che ai piccoli. Perché soffrono almeno quanto loro.

L’impegno della “Mattia Facciolla”, questa volta con lo sportello multidisciplinare, è solo uno dei tanti racconti di solidarietà scritti anche in questi mesi duri di pandemia e sofferenza dalla realtà sociale cosentina, laica e cattolica. L’Abio che ha realizzato un kit d’accoglienza per i bambini in ospedale, la “Terra di Piero” e l’organizzazione di volontariato “Home” stanno organizzando, tra l’altro, il primo torneo di tennis solidale a Centro sportivo “Collodi” di Castrolibero.

L'articolo integrale potete leggerlo nell'edizione cartacea – Calabria

 

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