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'Ndrangheta nel Cosentino: Franco Muto, il "re del pesce" condannato a 20 anni

Lo ha stabilito la Corte di Appello di Catanzaro, presieduta da Caterina Capitò dopo l'appello proposto dal Procuratore Nicola Gratteri

Franco Muto

L'immarcescibile capobastone. Verdetto ribaltato: Franco Muto è ancora il capo della potente cosca mafiosa operante nell'Alto Tirreno Cosentino. Lo ha stabilito la Corte di Appello di Catanzaro, presieduta da Caterina Capitò, che ha inflitto al mammasantissima di Cetraro, inteso come il "re del pesce", venti anni di reclusione.

Nicola Gratteri

Il collegio giudicante ha accolto in pieno l'appello proposto dal Procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, dal Procuratore aggiunto, Vincenzo Capomolla e dal Pm  antimafia Romano Gallo, contro la sentenza con cui il Tribunale di Paola aveva invece liquidato il potente padrino come una sorta di "pensionato" condannandolo a 7 anni solo per aver favorito la intestazione fittizia di beni.

Muto è difeso dagli avvocati Luigi Gullo del foro di Cosenza e Nicola Guerrera del foro di Paola. I giudici di seconda istanza hanno peraltro confermato 18 condanne inflitte in primo grado e rideterminato le pene solo per quattro imputati.

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