Le certezze, adesso, superano i frammenti delle negatività che impregnano ancora statistiche instabili nonostante il progressivo svuotamento degli ospedali e delle terapie intensive. I numeri continuano a disegnare forme diverse di questo male che lentamente abbandona il Cosentino. Della fiammata di giovedì non resta, quasi, più nulla. Nelle ultime 24 ore, i nuovi positivi sono scesi a quota 6 (la metà riguardano la Rsa di Torano) e, soprattutto, l’occupazione ospedaliera è scesa a 113 posti letto con un saldo complessivo di tre ricoverati in meno (uno in terapia intensiva e due in area medica).
Monitoraggio L’ondata del contagio di marzo e aprile che ha travolto il Cosentino sembra piegare verso dimensioni meno gravi con gli ospedali che continuano a dimettere pazienti mentre anche le persone isolate a domicilio ritrovano in massa la “libertà” dopo l’avvenuta negativizzazione. Complessivamente, negli ultimi sette giorni, in provincia di Cosenza sono finite a referto solo 307 nuove diagnosi che generano una incidenza cumulativa di 44,83 casi per 100mila abitanti, valore sotto la soglia dei 50 casi che colloca questa terra in una ideale “zona bianca”. Diagrammi che mostrano imbarazzo solo relativamente alla voce decessi. Tanti, troppi morti ancora che rappresentano l’eredità di una pressione che ha schiacciato i servizi assistenziali per diverse settimane. Anche ieri, quattro vittime. Comunità in lutto a Castrolibero, Malvito, Rende e Crosia, e un numero complessivo di 70 persone seppellite nei primi 28 giorni di maggio.
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