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Cosenza, Franco Muto è stato e rimane il capo indiscusso della cosca

Nel processo d’appello del blitz “Frontiera” è stato condannato a 20 anni

Franco Muto

Non ci sono dubbi che la cosca Muto da tantissimi anni avesse soggiogato l’economia di Cetraro e di tutto il Tirreno cosentino «imponendo con una capillare attività estorsiva un giogo opprimente alla libertà e autonomia degli imprenditori della zona, soprattutto di quelli del settore ittico e dei locali notturni».
Già i giudici di primo grado del Tribunale di Paola avevano descritto, nella sentenza del processo “Frontiera”, il potere dello storico clan guidato dalla famiglia Muto. Nei giorni scorsi, la sentenza d’Appello ha certificato sempre il dominio e la pericolosità della ’ndrina, rimettendo però al suo posto Franco Muto. Il “Re del pesce”, da sempre considerato il capo indiscusso, era stato quasi “spodestato” con la sentenza di primo grado del processo che si è svolto con il rito ordinario. Infatti, nel luglio del 2019 il Tribunale di Paola lo aveva condannato a sette anni di carcere per intestazione fittizia di beni e lo aveva assolto dal reato di associazione mafiosa. Nei giorni scorsi i giudici della Corte di Appello di Catanzaro hanno condannato il “Re del pesce” a 20 anni di carcere per associazione mafiosa. Quindi, per i giudici Franco Muto era, è e resta il capo della cosca del Tirreno cosentino.

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