Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Rossano, 26enne senegalese investito e ucciso sulla statale 106. Inchiesta per omicidio stradale

L'uomo quasi certamente è stato investito accidentalmente da qualche automobilista

E’ un senegalese di 26 anni, Sisay Kauson, il giovane investito e ucciso mentre percorreva la statale 106 la notte scorsa. Ancora una volta si assiste ad un nuovo dramma sulla statale della morte. Sono tanti i braccianti agricoli che a piedi o anche in bicicletta al buio si incamminano lungo la statale per tornare nelle loro case. Già in passato si sono registrate tragedie simili.

L’ultima quella della notte scorsa, attorno all’una nella zona dell’area industriale di Rossano, al limite tra le due aree urbane di Corigliano-Rossano. Ad investire il ventiseienne è stato un ragazzo del posto a bordo della propria auto. Entrambi pare camminassero in direzione sud e l’automobilista si è subito fermato quando ha avvertito di aver urtato qualcosa. La ricostruzione della dinamica del sinistro è ora al vaglio degli inquirenti e sull’episodio indagano i carabinieri della compagnia di Rossano che stanno cercando di ricostruire le varie fasi dell’incidente, mentre pare che la Procura della Repubblica di Castrovillari abbia già aperto un fascicolo per omicidio stradale. Sul luogo dell’incidente, oltre ai carabinieri, si sono portati i medici del 118 nonché una squadra dei vigili del Fuoco del distaccamento di Rossano.

Il corpo del ventiseienne è stato trovato riverso sul guardrail, mentre sull’asfalto sparsi dovunque c’erano anche indumenti e scarpe. Proprio perché quasi sempre i cittadini stranieri che si muovono a piedi lungo la statale 106 camminano in gruppo, dopo aver tentato di prestare aiuto al cittadino senegalese ed averne constatato la morte, i soccorritori hanno esplorato anche il parapetto al di sotto del guardrail per essere certi che non vi fossero altre persone coinvolte nell’incidente che fossero rimaste ferite. In passato associazioni del territorio, unitamente alla Caritas diocesana avevano fornito giubbotti con strisce rifrangenti in modo tale che i braccianti fossero visibili nelle sere in cui, soprattutto in inverno, dai campi in cui avevano lavorato tutto il giorno si dirigevano a piedi, anche in gruppi, verso le loro abitazioni che spesso si trovavano in altre campagne vicine.

Caricamento commenti

Commenta la notizia