La politica dell’Asp provoca, inevitabilmente, mormorii inquieti che risalgono dalla base. Non sono gli uomini a parlare, è la disperazione di chi opera nella sanità territoriale debilitata da undici anni di commissariamento, tra tagli di personale e chiusure di ospedali. Medici, infermieri e personale di supporto andati in pensione non sono stati sostituiti. E quei pochi rimasti in servizio sono stati spostati, da un reparto all’altro, da un ospedale all’altro. In tutti questi mesi, la direzione dell’Asp ha continuato a spogliare altari per vestirne altri. Una maledizione per i camici bianchi che per mesi sono stati celebrati come eroi, fotografati con gli occhi stanchi e i volti stremati, osservati mentre sfidavano il virus nelle stanze piene degli ospedali. In quei giorni erano considerati angeli, gli angeli del Covid, l’ultima frontiera che restava tra la speranza di sopravvivere al nemico e la disperazione di non farcela. I racconti e i ricordi di quei giorni drammatici, però, sono spariti in queste ore.
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