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Scalea, ecco come la “cupola” si spartiva gli appalti

La sede della Provincia di Potenza dove sono stati acquisiti documenti per fare accertamenti

Un’associazione «strutturata» e ramificata su tutto l’Alto Tirreno aveva messo su un collaudato modus operandi per spartirsi gli appalti. È questa la fotografia che emerge dall’ordinanza, firmata dal Gip di Paola, Maria Grazia Elia, nell’ambito dell’inchiesta sull’esistenza di una presunta cupola che truccava i bandi per l’affidamento di importanti lavori pubblici. I pm Maria Francesca Cerchiara e Antonio Lepre – coordinati dal procuratore capo Pierpaolo Bruni – insistono sull’esistenza di un cartello di professionisti, ovvero sulla loro organizzazione in gruppi. Tale elemento – secondo gli inquirenti – viene corroborato anche da diverse intercettazioni nelle quali emerge la modalità di spartizione degli appalti e come avrebbe agito l’organizzazione, che vede tra i promotori l’ingegnere Luigi Cristofaro e Antonio Del Vecchio, ora finiti ai domiciliari.
La loro organizzazione avrebbe avuto ramificazioni anche in Basilicata. Infatti, in una conversazione intercettata il 26 agosto del 2020 Cristofaro e Antonio Del Vecchio parlano dei lavori per la vulnerabilità sismica di un edificio a Moliterno, in provincia di Potenza. Per gli inquirenti è chiaro che tra i due ci fosse un accordo anche perché – scrive il Gip – Cristofaro gli chiede di «predisporre tutte le attività prodromiche necessarie per la relazione dei lavori di Moliterno. Antonio Del Vecchio, pur non essendo formalmente il vincitore dell’appalto, ciò nondimeno è chiaramente interessato in prima persona alla realizzazione delle opere».

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