Al peggio non c’è mai fine. Il detto si riferisce al servizio del 118 di questo territorio della Sibaritide, dove nonostante le lamentele e le proteste dei familiari di persone decedute che additavano al servizio di emergenza per presunti ritardi o per via dell’assenza di medico, nell’intervento verso il proprio familiare, si continua a navigare a vista, sia per l’assenza di personale medico ed infermieristico, sia per alcuni indirizzi poco appropriati trasmessi dalla dirigenza provinciale. Succede che la postazione del Giannettasio dello spoke di Corigliano Rossano, unica in tutto il territorio della Sibaritide ad avere un numero che si avvicina ai canoni della normalità per la composizione dei turni, ed unica ad essere chiamata nelle prestazioni urgenti dell’intero comprensorio fino a raggiungere pazienti al confine con la Basilicata, sarebbe stata chiamata a cedere personale, (si parla di un infermiere) ad altra postazione creando un buco nei turni da organizzare (ciò impone la chiamata di un infermiere in reperibilità il cui costo è raddoppiato) per far fronte, come detto, alle innumerevoli chiamate dalla Sibaritide. Per non contare il fatto che già si assicurava il servizio con la sola ambulanza donata dal comune, mentre quella ormai vecchia dell’Asp è fuori servizio.
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