La maratona digitale sta per partire anche in Calabria. Una gara resa ancora più avvincente da nuovi “strappi” e salite: uno di questi è l’ormai imminente avvio del campionato di calcio, con le partite di Serie A che da quest’anno – novità assoluta – viaggeranno quasi esclusivamente su Internet relegando a un ruolo di secondo piano le antenne paraboliche. Senza dimenticare la rivoluzione dello smart working, accelerata a dismisura dalla pandemia. Per assicurare un livello di connettività al passo coi tempi, il governo Draghi ha varato il Piano “Italia a 1 Giga”: i fondi non mancano, grazie al Pnrr e all’attesa pioggia di denaro in arrivo dall’Ue, restano tuttavia da incanalare impegno e investimenti verso quelle “zone grigie” nelle quali la sola presenza di una rete a banda ultralarga (30 megabit al secondo come velocità minima di accesso al web, questa la definizione tecnica) è insufficiente a garantire un accettabile servizio minimo. L’obiettivo finale del Piano è ambiziosissimo: dotare entro il 2026 tutte le unità immobiliari italiane di una connettività pari a 1 gigabit (1000 megabit) al secondo.
La mappatura interessa tutti i numeri civici calabresi, ben 1,7 milioni di indirizzi. I dati forniti al Mise da 47 operatori di telecomunicazioni restituiscono una fotografia in chiaroscuro: solo in poco più della metà delle unità immobiliari che vanno dal Pollino allo Stretto, la velocità di picco in download della connessione è superiore a 100, 200 e 300 megabit al secondo. Dato ben al di sotto della media nazionale, superiore al 70 per cento. Circa il 49% degli indirizzi calabresi, poco più di 817mila numeri civici, sarà dunque oggetto del Piano “Italia a 1 Giga”. Quella calabrese – 817mila numeri civici con connettività insufficiente su un totale di 1,7 milioni – rappresenta una delle proporzioni più alte su scala nazionale (inferiore solo al 62% della Sardegna e al 53% dell’Abruzzo) ed è il frutto di una concatenata serie di circostanze. Cosenza, Reggio e Catanzaro sono già in larga parte coperte dalla rete interamente in fibra ottica a 1 Gigabit di Open Fiber, società infrastrutturatrice che nella sola Calabria ha messo sul piatto 60 milioni di euro di fondi propri. E i cantieri della fibra a breve apriranno anche a Rende e in altre località ad alta densità di popolazione. Ci sono poi le cosiddette “aree bianche” o a fallimento di mercato, borghi e frazioni rurali o montane sprovviste di rete a banda ultralarga. Anche in questo caso è Open Fiber a intervenire. La creazione di questa rete pubblica è in corso a Santa Maria del Cedro e a Bianco lungo la costa jonica reggina.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia