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Corigliano Rossano, carcere senza personale. Il Sappe: «Mancano trenta agenti»

Ieri una rappresentanza del Sindacato si è recata nell’Istituto di contrada Ciminata. Sottolineate molte criticità come la carenza di mezzi e risorse finanziarie e i disagi per i lavoratori in servizio nei penitenziari

È emerso un quadro preoccupante ed allarmante della situazione che regna all’interno degli istituti di pena calabresi e di quello di Corigliano Rossano, dalla conferenza stampa tenuta ieri dalla delegazione del Sappe (Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria), che ha visitato la casa di reclusione di contrada Ciminata ed ha poi incontrato i giornalisti nella sede dell’Eco dello Jonio, anziché nella sala del carcere, per la mancata autorizzazione da parte delle autorità superiori.

Alla conferenza stampa sono intervenuti nell’ordine il segretario regionale del sindacato Damiano Bellucci, della segretaria nazionale, ed il segretario generale nazionale aggiunto Giovanni Battista Durante. Entrambi hanno affondato il dito nella piaga che coinvolge il sistema carcerario ed in particolare quello calabrese e rossanese.

Tra le principali criticità emerse dall’intervento dei due esponenti del sindacato di Polizia penitenziaria più rappresentativo la carenza di personale e la gestione dei detenuti affetti da turbe psichiche, oltre alla carenza di mezzi e risorse finanziarie ed ai disagi per personale in servizio. Per quanto riguarda la Calabria è stato evidenziato che rispetto alla pianta organica fissata sulla carta nel 2017 con cui si prevedevano 1991 unità, solo 1600 sono state assegnate alle istituti calabresi.
Ed oggi la Calabria è carente di 400 unità. Di queste ne mancano 30 alla casa di contrada Ciminata.

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