Le disposizioni della Regione sono tradotte dalle Asp nella chiusura di reparti ordinari per aggiungere letti da destinare ai pazienti covid che continuano ad aumentare col numero delle diagnosi. Vasi comunicanti che dovrebbero garantire un tasso di occupazione entro i limiti ma che non alterano la sofferenza dei presidi sanitari dove si spogliano altari per vestirne altri ma si resta sempre in regime operativo di emergenza, status che si riflette in livelli di assistenza sanitaria da bollino nero.
Centro covid ad Acri
L’esempio arriva da Acri dove da lunedì (non sarà aperto il reparto di lungodegenza) riapriranno le corsie ai pazienti covid non gravi in arrivo da Cosenza. La coperta, però, è corta e il personale è stato aggregato dal Pronto soccorso per coprire i turni. L’avanguardia dell’assistenza sanitaria del “Beato Angelo” si ritroverà a gestire lo stesso numero di accessi con un organico dimezzato di medici e infermieri (senza considerare che il servizio di guardia medica continua a funzionare, come in altri centri dell’area urbana, a singhiozzo per l’impossibilità di reperire “camici bianchi”).
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