Si accorge che dal tetto c'è una infiltrazione di acqua sale per fare un sopralluogo ma precipita nel vuoto, atterrando rovinosamente a terra. È successo a Corigliano. Si tratta di un ragazzo di 30 anni, trasportato in condizioni gravi dai fratelli presso il Pronto soccorso dell'ospedale Guido Compagna di Corigliano. Un pronto soccorso chiuso da giorni e con appena un infermiere con funzione, sostanzialmente, di portierato. All'arrivo del giovane, fortunatamente, si è trovato al nosocomio anche un medico anestesista, che ha prestato le prime cure. Con la continua spoliazione del nosocomio, privato di reparti e personale sanitario e infermieristico, al medico intervenuto non è rimasto che disporne il trasferimento presso l'Annunziata di Cosenza. Il trasporto è stato effettuato dall'elisoccorso considerata la gravità delle condizioni del giovane. E questa è invece la sanità garantita nella terza città della Calabria, nata dalla fusione di Rossano e Corigliano, che sogna indipendenza e grandi servizi, ma che continua ad essere affetta, oggi più che mai, della sudditanza al capoluogo bruzio.