Omicidio colposo: è l'ipotesi di accusa a cui lavora la procura di Cosenza per far luce sulla morte, avvenuta venerdì mattina nel carcere bruzio "Sergio Cosmai", del detenuto Pasquale Francavilla, 46 anni.
"Il mio cliente non è morto d'infarto" è quanto ha dichiarato oggi a Gazzetta del Sud l'avvocato Mario Scarpelli, legale di Francavilla e, adesso, dei suoi familiari. L'esame autoptico, eseguito sabato per ordine del procuratore Mario Spagnuolo, potrebbe già aver dato qualche significativa indicazione anche se la relazione dei consulenti sarà depositata nei prossimi sessanta giorni.
L’avvocato Scarpelli, ha pure spiegato quale fossero le condizioni di salute dell’uomo: «Pasquale Francavilla è stato ricoverato d’urgenza in ospedale a Cosenza, dieci giorni fa, per la presenza di alcuni trombi. Si trovava nel reparto di Terapia intensiva. Cinque giorni dopo, ho avuto modo di sentirlo tramite videochiamata e mi aveva annunciato l’imminente trasferimento in un altro reparto. Tra un mese avrebbe dovuto sottoporsi a un altro delicato intervento, ma è tornato in carcere ed è morto».
Le condizioni di salute di Francavilla – secondo quanto denunciato dal legale e dalla famiglia – non sarebbero state compatibili con il regime carcerario. Infatti, i suoi familiari hanno presentato un esposto in Procura subito dopo il decesso proprio per fare chiarezza su quanto accaduto, anche perché sarebbe stato lo stesso medico del carcere a ritenere le condizioni di salute di Francavilla incompatibili con il sistema carcerario.
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