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Cosenza, Letta boccia il commissariamento della sanità

Il leader del Partito democratico definisce uno «scempio» la gestione sanitaria nella regione e promette una svolta

Un legame antico e forte. Enrico Letta, di scena a Cosenza per sostenere la candidatura a sindaco di Franz Caruso, che corre per il centrosinistra, cita il suo maestro, Beniamino Andreatta, per ricordare quanto la Calabria sia presente nella sua vita. «È stato lui a fondare l’Università della Calabria, questo gioiello accademico, del quale più volte sono stato ospite. Nei giorni scorsi, io, Draghi e Prodi ci siamo ritrovati insieme, tutti e tre suo ex allievi e nell’occasione abbiamo ricordato uno dei suoi insegnamenti. Andreatta diceva che “le cose vanno fatte non per inseguire la popolarità ma perché è giusto farle!”. Ed è questo il senso del nostro impegno politico in questa regione».
Il segretario del Pd, rimarcando l’importanza e il valore delle candidature di Amalia Bruni alla Regione e di Caruso al Comune di Cosenza, ha invitato gli indecisi a votare. «Non vi promettiamo la luna ma ci impegnamo a parlare il linguaggio della verità per risolvere le questioni che contano in questo territorio». E, subito dopo, l’affondo: «Noi abbiamo scelto di dire ai calabresi che il commissariamento della sanità deve finire. Basta con questo scempio, basta con i calabresi costretti a fare il turismo sanitario». Le elezioni in Calabria hanno per Enrico Letta una «importanza nazionale» e rappresentano l’occasione per garantire «una alternativa alla destra di Meloni, Salvini e Spirlì. E l’unica alternativa» ha rimarcata «siamo noi». Quindi la bordata contro quanti hanno promosso altre candidature nel centrosinistra - tra questi l’ex governatore Oliverio - sia a livello regionale che comunale. «Se ci facciamo prendere la mano» ha detto «da piccole ambizioni personali, frammentandoci, favoriamo la destra». Per il leader del Pd l’appuntamento con le urne è rilevantissimo perchè il quadro sta cambiando e c’è un ritorno a una sorta di bipolarismo: «Da un lato ci siamo noi riformisti, progressisti, solidali, democratici e, dall’altro, la destra nazionalista e populista. È un momento importante per scegliere da che parte stare».

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