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Smaltimento rifiuti, arrestato trafficante: cercava di coinvolgere un impianto di Corigliano Rossano

Inchiesta nata dal maxi incendio del 2017 di una ditta di Mortara, nel Pavese

C'è anche il tentativo che «stava per andare in porto» di una «spedizione, organizzata da Sviluppo Industriale», una delle società al centro delle indagini, «di un carico di rifiuti diretti ad una società del Pakistan in forma del tutto illecita», tra gli episodi che emergono dall’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip di Milano Guido Salvini, sul caso del maxi incendio del 2017 di una ditta di trattamento rifiuti di Mortara, nel Pavese. Incendio che sarebbe stato provocato dal titolare dell’azienda e da un altro amministratore. Dalle intercettazioni della Dda milanese disposte «a partire dall’estate 2019 sino al febbraio 2020» è emerso, scrive il giudice, «che i soggetti coinvolti nell’indagine ed altri a loro legati si sono adoperati costantemente per organizzare l'esportazione in forma illecita di notevoli quantità di rifiuti pericolosi da convogliare in siti esteri». Uno degli arrestati, Andrea Carlo Biani, infatti, è «attualmente, al centro di una rete di trafficanti di rifiuti a livello internazionale». Biani ha cercato, spiega ancora il gip, «di avviare allo smaltimento in Bulgaria rifiuti stoccati in un impianto, la Ecoross, di Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza». L’ultimo progetto, «anche questo non andato a buon fine, aveva riguardato il conferimento dei rifiuti, anche per 10.000 tonnellate al mese, intermediati dalla società Carpe Diem di Torino, in Bulgaria». Infine, il controllo su due «container inviati da Sviluppo Industriale» - sempre amministrata da Vincenzo Bertè, arrestato per l’incendio dell’omonimo impianto nel Pavese - al porto di Genova «tramite uno spedizioniere per l'imbarco verso il porto di Quasim in Pakistan» Controllo che ha bloccato anche questo tentativo.

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