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Spaventoso incendio a Corigliano, suv di lusso ridotto a un ammasso di lamiere

Un bagliore impossibile da non notare, così il proprietario si è accorto che quel “falò” era la sua auto che bruciava

Sale a Corigliano il numero dei mezzi distrutti dal fuoco. Ancora una volta si registra un’azione incendiaria, che porta a quota cinquantadue i veicoli rosi dalle fiamme nel comune di Corigliano Rossano dall’inizio dell’anno. Come una Beirut degli anni ottanta le carcasse delle auto fumanti deturpano le vie. Stavolta il fuoco ha ridotto ad un ammasso contorto di lamiere un suv di lusso, parcheggiato sotto casa del suo proprietario in via Della Stampa, una traversa che si interseca con la principale via Nazionale che attraversa per tutta la lunghezza il centro urbano delle Scalo di Corigliano.

Una Stelvio Alfa Romeo da cui le alte lingue di fuoco si sono alzate con tutta la loro violenza, stringendo il mezzo nella sua morsa distruttiva. Intorno all’una della notte tra sabato e domenica le fiamme hanno iniziato la loro opera letale sviluppandosi dal vano motore e con virulenza si sono propagate avviluppando l’intero mezzo. Un’enorme torcia che ha squarciato il buio di una notte nuvolosa e piovosa. Un bagliore impossibile da non notare e persino dalla sua stanza da letto, verosimilmente, il proprietario si è accorto che quel “falò” era la sua auto che bruciava.

Qualcuno ha composto il numero dei vigili del fuoco del distaccamento cittadino, che si sono subito portati sul posto. Armati di idranti hanno provveduto a spegnere il rogo, che però ha distrutto completamente l’auto e danneggiato una Mercedes classe A parcheggiata vicina. Danni limitati grazie alla prontezza nello spostarla. Da una sommaria ricognizione non sono stati trovati segni evidenti di dolo, ma l’intervento di un’ anonima mano armata di cerino non può essere esclusa.

Sul posto sono intervenuti anche i militari del Reparto Territoriale di Corigliano Calabro al comando del tenente colonnello Raffaele Giovinazzo, a cui toccherà il compito di indagare su l’ennesimo episodio e più in generale provare a dare una chiave di lettura su un fenomeno che tra le due aree urbane del comune unico, Corigliano e Rossano, ha posto le sue insane radici.

Nel 2020 i mezzi andati “in fumo” sono stati sessantasei. Numeri che quest’anno, visto il trend, potrebbe essere abbondantemente superato. E questo preoccupa non poco. Non sembra esservi nessun filo rosso che leghi tra di loro le vittime di tali atti. Operai, professionisti, persone vicine ad ambienti poco cristallini. Un panorama eterogeneo che rende l’opera investigativa ancora più complicata. Ed è proprio questo per il momento il dato certo da cui partire “Sicuramente non sono tutti collegati tra loro. Hanno diverse cause o probabili motivazioni”.

Paradossalmente dagli ambienti investigativi si parte da questo punto fermo, trattando ogni caso con pragmatico spirito d’indagine. Ma su tutto restano i numeri, allarmanti, che non fanno che moltiplicare le domande sul chi e perché, destando forte preoccupazione tra i cittadini e le istituzioni. Circa un anno fa, per la seconda volta, la riunione del Comitato Provinciale per la Sicurezza, che non ha avuto nessuna incisività sul fenomeno, continuati con spudoratezza inquietante.

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