Ritorna il virus imboscato, che i report del lunedì riducono a un evento limitato nel Cosentino, dopo averlo visto crescere pericolosamente nell’ultimo fine settimana. Il Covid dorme nelle stime ufficiali di giornata dell’Asp (ieri appena 7 nuove diagnosi sono state messe a referto) ma è molto presente dappertutto. L’attuale inquietudine dei diagrammi preoccupa le autorità. L’incidenza settimanale dei casi ha toccato quota 45,85 diagnosi per 100mila abitanti (in quindici giorni è più che raddoppiata). E pure il numero delle ospedalizzazioni aumenta. Attualmente sono 42 i pazienti ricoverati (38 in area medica e 4 in terapia intensiva), la maggior parte senza vaccino o con profilassi solo parziale.
L’allarme di Rizzo Da sempre affacciato sullo scacchiere mutevole della pandemia, il direttore sanitario dell’Asp, Martino Rizzo (che è anche uno dei massimi esperti di pandemia in Calabria), ha condensato in un post l’attuale scenario che sembra piegare verso un rapido peggioramento. Casi e focolai sembrano moltiplicarsi più velocemente nell’area jonica del Cosentino, un territorio che Rizzo ha seguito per anni a capo dell’Ufficio di Igiene locale. «Aumentano i casi, aumentano i ricoveri, aumentano i soggetti in terapia intensiva. È vero, sono quasi tutti non vaccinati, o vaccinati con una sola dose, ma il pericolo resta per tutti, con possibili gravi conseguenze per i soggetti più vulnerabili, immunodepressi e anziani, nonostante siano coperti.
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