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Corigliano Rossano, sul referendum per la fusione pesa la decisione del Tar

Il Tribunale amministrativo ieri ha affrontato la questione di legittimità circa la convocazione della consultazione popolare

La sede del Tar della Calabria

Si è svolta ieri, per via telematica, la programmata udienza dinnanzi alla prima sezione del Tribunale Amministrativo della Calabria, chiamato a decidere “nel merito” di un ricorso avanzato da alcuni cittadini coriglianesi sulle modalità che hanno portato alla nascita della nuova realtà urbana di Corigliano Rossano. Nel 2017, a ridosso del referendum, alcuni cittadini ausonici avevano chiesto l’intervento del Tar, contro i sindaci dei due comuni, la Prefettura di Cosenza, il Ministero degli interni, la Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’annullamento o declaratoria di nullità del decreto del presidente della regione Calabria n. 45 del 26 aprile 2017 “recante l’indizione del referendum consultivo sull’istituzione del nuovo comune derivante dalla fusione di Corigliano e Rossano”. In sostanza la materia del contendere riguarda, nello specifico, la decisione della Regione Calabria di eliminare il quorum del referendum consultivo in corso di procedura di fusione e, nel contempo, pure la decisione, sempre della Regione, di escludere dal voto i cittadini comunitari residenti nei due comuni. I giudici amministrativi, in composizione collegiale (presidente Giovanni Iannini, relatrice Francesca Goggiamani, referente Arturo Levato) dopo l’udienza si sono riuniti in camera di consiglio e nei prossimi giorni licenzieranno il dispositivo di sentenza. Una decisione che lascia col fiato sospeso le fazioni contrapposte della fusione.

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