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Cosenza, il virus resta una minaccia per i più piccoli

Tra i 63 nuovi contagiati anche 14 ragazzi in età scolare, una bimba di un anno e un bebè di due mesi e mezzo

Il pronto soccorso dell'ospedale Annunziata di Cosenza

Il covid resta un viaggio interminabile, un cammino lungo, a volte rumoroso e altre più silenzioso, attraverso mondi diversi, attraverso strade, città, paesi, scuole e ospedali. Luoghi che descrivono la sofferenza degli uomini, le loro storie, le loro angosce. Il vento dell’odio che ha trasformato ancora il virus in una minaccia soffia in questi giorni anche sul Cosentino. Ieri l’Asp ha riportato altre 63 nuove diagnosi con un ricovero in meno in terapia intensiva. Ma nessun sospiro di sollievo perché una 64enne di Corigliano Rossano è stata estubata solo dopo la morte. Le ansie si rovesciano come una macchia nera sulla linea del tempo che proietta l’incidenza cumulativa a quota 42 casi settimanali per 100mila abitanti. San Giovanni in Fiore con 11 diagnosi si conferma luogo di paure (tra i nuovi contagiati c’è anche una ricoverata). Male anche Cetraro e Cosenza con 10 positivi di giornata. Poi, a seguire: Mendicino 8; Crosia 7; Montalto 4; Acquappesa e Corigliano Rossano 3; Bianchi 2; Fuscaldo, San Nicola Arcella, Santa Domenica Talao, Fiumefreddo Bruzio e Dipignano 1. Ben 14 delle 63 nuove positività sono state rintracciate su individui in età scolare. E c’è anche una bimba di un anno e un bebè di due mesi e mezzo. È la conferma che il virus resta una minaccia per i più piccoli.

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