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Finanziamenti per il dissesto idrogeologico "dirottati", 10 indagati tra cui l'ex sindaco di Cleto

Avrebbero intercettato i finanziamenti stanziati dal ministero dell’Interno e destinati al dissesto idrogeologico, attraverso la complicità di funzionari ministeriali per dirottarli a «progettisti amici». È questa l’accusa che la Procura di Paola, guidata da Pierpaolo Bruni, contesta alle dieci persone indagate nell’inchiesta che ieri ha travolto il Tirreno cosentino. Tra gli indagati l’ex sindaco di Cleto, Giuseppe Longo; Sandro Bonacci (Latina); Domenico Presta (Buonvicino); Marcello Mazza (Piane Crati); Pantaleone Francesco La Valle (Soverato); Felice Stefano Marascio (Montepaone); Arturo Veltri (Cosenza); Paolo Stilla (Grimaldi); Carmela Di Cianni (San Sosti).

Tutti accusati, a vario titolo, di corruzione e turbata libertà degli incanti. Questa mattina, i finanzieri hanno eseguito un decreto di perquisizione e sequestro firmato dai sostituti Maria Francesca Cerchiara e Teresa Valeria Grieco. I finanzieri hanno portato via cellulari, tablet, altri dispositivi elettronici e documenti utili a trovare riscontri alle ipotesi investigative. Perquisiti uffici e abitazioni degli indagati anche nel Lazio. Nel mirino degli inquirenti sono finiti, in particolare, due finanziamenti (uno del valore di un milione di euro) ottenuto dal Comune di Cleto e poi affidato agli "amici". I summit registrati dalle cimici piazzate negli uffici comunali di Cleto.

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