Il virus segue da giorni il percorso arido e corroso di una curva che porta il segno di una erosione sempre più inquieta nei nostri ospedali. L’Asp ha già messo mano alla mappa dei reparti internistici, attivando 18 posti a Rossano, sottratti ad altre patologie. Si alzano gli argini per fronteggiare il Covid e si lascia franare quelli dell’assistenza ai malati cronici che in età avanzata diventano pazienti critici. I servizi assistenziali del Cosentino sono stati i primi a piegarsi sotto l’assedio quotidiano dei pazienti che spesso nemmeno vengono tracciati sul territorio.
Pronto soccorso e corsie sono di nuovo affollate all’“Annunziata”, e sono ripresi i trasferimenti in altri ospedali (per adesso si è fatto ricorso alle disponibilità di Catanzaro, per la terapia intensiva, e Rossano, per l’area non critica). I reparti ordinari cominciano ad essere cannibalizzati per non lasciare fuori nessuno di quei malati con i polmoni devastati dal microrganismo. Una pressione che sta devastando la resilienza dei reparti in prima linea.
Troppe vite aggrappate ai respiratori artificiali in queste ore, troppo pigro il tracciamento (addirittura fermo o quasi nei giorni festivi) sembrano preparare il terreno ad una nuova ondata che rischia di riscrivere, con la storia dell’epidemia, ancora una volta la storia delle nostre esistenze.
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