Annullata dalla Cassazione la sentenza di secondo grado, con rinvio, emessa dalla Corte di Assise di Appello di Catanzaro nei confronti dell’ingegnere Cesare Vitale, accusato di aver ucciso, a colpi di fucile, il padre Tonino, il giorno di Natale del 2017. In accoglimento delle richieste avanzate dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Francesco Nicoletti , i giudici della Suprema Corte di Cassazione – Prima Sezione – hanno deciso infatti che dovrà essere celebrato nuovamente il processo di secondo grado, con rinvio per nuovo esame, dinanzi ad altra Sezione della Corte di Assise di Appello di Catanzaro. L’imputato, già agli arresti domiciliari dopo sei mesi dal fatto, su espressa richiesta della difesa, si trova ancora sottoposto alla medesima misura. In primo grado Cesare Vitale era stato condannato alla pena di 16 anni, mentre in sede di Appello la condanna era tata ridotta di 4 anni. Il sostituto procuratore generale di Catanzaro Salvatore Di Maio, infatti, aveva chiesto una pena a 15 anni, ma i giudici dopo essersi riuniti, avevano confermato e riconosciuto la semi infermità mentale dell’imputato, pronunciandosi per una pena di 12 anni.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza
Caricamento commenti
Commenta la notizia