«È inaccettabile l’indifferenza perpetua dei dirigenti sanitari periferici dell’Asp di Cosenza rispetto alla condizione in cui si trova l’ambulatorio di Cardiologia ubicato nella sede distrettuale di San Giovanni in Fiore. Lì ci sono strumenti diagnostici vetusti e inadeguati, alcuni perfino condivisi con altri specialisti, e spesso i pazienti sono costretti, con il freddo del periodo, ad essere visitati con una temperatura ambientale di 15 gradi centigradi, come se fossero nella vecchia Sparta». Lo afferma, in una nota, il deputato di Alternativa, Francesco Sapia, che alla Camera siede in commissione Sanità.
«Lo stato di quell’ambulatorio, che sembra da Paese del Terzo mondo, è - accusa il deputato di Alternativa - un insulto alla dignità dei pazienti e alla professionalità dello specialista e degli infermieri che lì operano. Per come si presenta, l’ambulatorio è l’emblema di uno sfascio della sanità calabrese ormai ritenuto pacifico, inevitabile e perfino naturale. L’aspetto gravissimo e imperdonabile - denuncia Sapia - è che, grazie all’interessamento del commissario aziendale Vincenzo La Regina, del sindaco di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, e del sottoscritto, avevamo determinato il ritorno in servizio dello specialista cardiologo, che per anni era stato boicottato quando lavorava in ospedale, con la conseguenza che, anche per le restrizioni da Covid, centinaia di pazienti del territorio di San Giovanni in Fiore non avevano più quella struttura pubblica di riferimento e quindi si rivolgevano al privato o sceglievano di rinunciare ai controlli.
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